lunedì 24 ottobre 2011

Cristo si è fermato a Bacoli...

Ora viaggi,ridi,vivi,o sei perduto ".... (Faber)
Lunedi' ..terso,malinconico,un po' buio,non è blu,non è blaugrana,perchè questo colore qui non esiste in natura, non è forse neanche granata,perchè quello li' è stato congelato,chissa' se nelle buste anti-gelo apposite che quando tiri fuori la roba si scongela tutto subito, e ritorna tutto buono come prima.Ieri 23 ottobre Bacoli Sibilla Flegrea-Salerno Calcio stadio Chiovato, sospesa al 9' del s.t. per sopraggiunta inferiorità numerica del Bacoli Sibilla,sul punteggio di 0-2 per gli ospiti chiamati all'occorrenza dai giornalisti presenti "Salerno", "Saliern calcio","Salernitana ops". Vigilia già tesa,in quanto il Cams aveva stabilito che la gara doveva giocarsi a porte rigorosamente chiuse,per i pericolissisimi incroci che sarebbe potuti venir fuori. Ossia noi siamo salernitani e loro sono napoletani,anche se io francamente a Bacoli non sono mai stata a vedere una partita di calcio,al massimo sono andata se ricordo bene ad una festa in piscina,da quelle parti.Perchè noi fino a qualche tempo fa eravamo abituati a vedere altro,ma questo è gia' passato.Si diceva quindi settimana calda,il Presidente della squadra napoletana,Lucci,fino ad un certo punto carino e ragionevole,premeva affinchè si potesse giocare altrove,di sabato,a porte aperte,aveva proposto Frattamaggiore ma Lotito si era rifiutato,rilanciando Latina,Pomezia,et simili.Ma chiaramente da Bacoli la risposta ovvia è stata "No grazie",del resto erano loro a giocare in casa.A quel punto li',io avevo anche avanzato l'ipotesi di assistere alla gara dal Castello Aragonese che affaccia sul Chiovato,ipotesi assurda ma si sa come funziona,se si vivono situazioni assurde,si diventa assurdi di conseguenza.Io come tanti altri ho addirittuta telefonato "Si pronto, la visita guidata tra le mura?". Questo è il calcio che meritiamo,signori.Prendiamone atto.Ma naturalmente l'efficientissimo comune di Bacoli,sollecitato dalla Prefettura chiude anche l'ingresso al castello,quindi lo scenario che si presenta ieri nel comune flegreano è il seguente:4 blindati (a Sirte forse ce ne sarebbe stati di meno),polizia dovunque,teloni (!!!!!)apposti attorno allo stadio per evitare che nessuno sbirciasse all'esterno,giornalisti ai quali viene impedito l'ingresso per dieci minuti almeno,perchè il patron bacolese dice che "Non puo' garantire l'incolumita' degli stessi",quindi niente diretta delle televisioni che avevano pagato i diritti televisivi,niente diretta radiofonica,nulla di nulla.Atteggiamenti da pseudo-camorristi guappi di quartiere,o eccesso di zelo verso la blasonatissima squadra di Lotito?Non sta a me rispondere,e mi astengo,anche perchè credo che la risposta sia abbastanza ovvia.Dopo dieci minuti circa i giornalisti,operatori e cameraman sono fatti accomodare all'interno dello stadio,w la democrazia nuovamente ripristinata quindi,ma lo spettacolo è a dir poco sconvolgente barra grottesco.
Al 9' del s.t. sul punteggio di 0-2 per la squadra di Salerno,doppietta di Biancolino,ed una serie di orrori perpetuati dall'arbitro Lacanigna di Caltanisetta quasi tutti ai danni,ci tengo a dire,della squadra del Bacoli,va in scena il teatrino dell'orrido:squadra di casa gia' in nove per due espulsioni (sul finire del primo tempo negli spogliatoi si erano udite grida verso l'arbitro,colpi alle porta dove è rientrato il malcapitato arbitro,dimostratosi sicuramente incompetente nella giornata di ieri),in campo si iniziano ad accasciare,cosi' quasi a caso direi,tre giocatori uno dietro l'altro,tanto che l'ormai famoso arbitro ferma il match (un po' di inglese giusto per illuderci che stiamo parlando di calcio..)perchè il Bacoli è rimasto in 6, e il regolamento prevede lo stop.
Cosa dire?Io spero solo che Tavecchio,presidente della Lega di D,persona sensata a mio avviso,sia informato nel dettaglio su cio' che succede su questi campi dimenticati da Dio.Perchè si,io penso che questa sia l'espressione giusta:per la serie,Cristo si è fermato a Bacoli, e non a Eboli,come recitava il titolo del famoso libro di Carlo Levi.

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